mercoledì 22 agosto 2012

Le Verità nel caldo Ferragosto


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Era pur ovvio, fin troppo ovvio che la stampa mondiale cadesse nello stereotipo, focalizzandosi sulla cosiddetta “questione dei matrimoni gay”. Questa sembra essere l’unica reazione a una vicenda scaturita nel nostro torrido Ferragosto, della quale cerco di fare uno stringato riassunto.

Monsignor André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi, presidente della Conferenza episcopale francese, per la festa dell'Assunzione formula una preghiera, che, alla quarta invocazione, recita:
"Per i bambini e i giovani; che tutti aiutiamo ciascuno a scoprire il proprio cammino per progredire verso la felicità; che cessino di essere oggetto dei desideri e dei conflitti degli adulti per godere pienamente dell'amore di un padre e di una madre".

La preghiera suscita un vespaio di proteste, che hanno avuto eco anche sul quotidiano Le Monde
Proteste a cui hanno seguito altre prese di posizione (21 agosto 2012, Le Monde)
Poi, dico la verità, non ho seguito più di tanto la vicenda, che sembra avvinghiarsi, sulla carta stampata, attorno a temi nei quali non ho intenzione di inoltrarmi.

Piuttosto, nell'invocazione incriminata, quella in grassetto, sembra vi sia un riferimento a argomenti che solo raramente vedo trattati nell’italica stampa, e che forse sarebbe il caso venissero perlomeno citati, se non difesi, anche nelle nostre torride estati, nelle nostre italiche diocesi, dai nostri italici pulpiti. Mi riferisco all’argomento del diritto di famiglia, applicato in modo del tutto originale nella nostra penisola, che tanto infervora le lobbies, anche quando è applicato alla famiglia, per così dire, “tradizionale”. Mi riferisco in specie alla prassi italica per cui, generalmente, un minore, alla separazione dei due genitori, rimane praticamente orfano di padre (o di madre), in quanto gli viene giuridicamente limitata la possibilità di frequentazione con il genitore, cosiddetto, non collocatario. E ciò attraverso una interpretazione della Legge, fatta più di prassi che di buonsenso e di ragionevolezza, fatta più per trascinare le cause nel tempo che per comporle in modo razionale, spesso con la complicità di esperti della psiche che si rivelano autentici ciarlatani e aggravano (volutamente o no) le situazioni. Desertum fecerunt et pacem appellaverunt.
Nelle parole di Monsignor André Vingt-Trois sembra vi sia invece un chiaro riferimento alla necessità per i  minori:

  1. di godere pienamente dell’amore di un padre e di una madre
  2. di non essere oggetto di desideri e conflitti degli adulti,
  3. di progredire nella felicità.

Poche e chiare parole, che hanno l’unico difetto di essere state pronunciate oltr’Alpe, nel torrido Ferragosto, e per di più in Francese (e in che lingua, sennò...), allontanando così la pericolosa speranza che esse potessero avere una adeguata risonanza anche nella nostra carta stampata. “Perbacco” penseranno in molti “in Italia abbiamo il Ferragosto, sono passati Lucifero e Caronte, altro che la festa dell’Assunta! Non è proprio il caso di sollevare temi così spinosi, così lungamente dibattuti, così lungamente conclusi”.
Cosa  mai sarebbe potuto succedere, quali scossoni al torpore dell’italica coscienza si sarebbero verificati, se solo quelle parole fossero state pronunciate dagli italici pulpiti, nella frescura delle Chiese frequentate da tanti (ignorati) separati e divorziati:
“ma come?” avrebbe pensato qualcuno “mio figlio ha pienamente bisogno anche di una madre?”
“ma come?” avrebbe pensato qualcuna “mio figlio ha pienamente bisogno anche di un padre?”
“Ma se mi sono separata/o proprio per godere dell’Italico diritto, quello dettato della prassi, che in modo ineccepibile dichiara l’affido esclusivo del minore a uno solo dei genitori, proprio in ragione dei conflitti, supposti o strumentali! E l’assegno di mantenimento? Il prete doveva anche far riferimento all’assegno, anche alla parte economica! E la casa? Beninteso: sono io il genitore collocatario! Non pensi il mio ex (o la mia ex) di avere più di quanto gli è stato concesso! Mica ‘sti preti vorranno tirare fuori la questione del domicilio alternato e del mantenimento diretto?”

Quale orrore, quale orrore potrebbero provare in molti, alle invocazioni all’Assunta!
Verrebbero le caldane, a veder sfumare tante ingiustizie, così faticosamente perpetrate, sotto il falso diritto, con le false calunnie, con le acrobatiche relazioni degli "esperti"! Le caldane in Agosto!
Roba da far venire i brividi, anzi! Che sfacciataggine, mettere al bando le consolidate convinzioni! E se poi la gente se ne accorge, della italica farsa, e si convince davvero? “Meno male –penseranno alcuni - che certe verità sono solo delle sterili invocazioni di Ferragosto. Speriamo che la prossima settimana la smettano, con ‘ste omelie. Omelie brevi, ci vogliono, che non facciano venire caldo... e poi che ci azzeccano i minori con l’Assunta…”.

giovedì 9 agosto 2012

L'Osservatore e la mentina





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L’ho letto, molti lo hanno letto.
 Ed è ancora la solita tiritera, il solito luogo comune, la solita visione stereotipata della realtà.
Ho letto l’editoriale di Grimaldi sull’Osservatore Romano e mi rammarico per la visione fortemente riduttiva del fenomeno divorzi-separazioni, almeno come ce li presenta il Grimaldi.
Diciamoci la verità: dalla lettura dell’editoriale sembra che i problemi esistenziali che attualmente affliggono i giovani si riconducano al carpe diem, alla saturazione dei piaceri, all’assuefazione alla omologazione del matrimonio allo spirito del tempo, all’assuefazione alla prassi del bruciare le tappe. Una volta imboccata la strada, l’editoriale brucia le tappe pure lui: “il matrimonio non è una mentina” e via dicendo.






Mia moglie era (forse lo è ancora) cristiana, cattolica praticante. Non ha mai bruciato le tappe, tutta casa, famiglia, lavoro, amici, parrocchia e chiesa. Lo è ancora: sola, nessun convivente, casa, famiglia, lavoro, amici, parrocchia e chiesa.
Poi la nascita di nostro figlio (a due anni dal matrimonio e quindi senza bruciare tappe) l’ha messa alla prova, non con le “tappe”, ma con i modelli. Almeno con il modello della madre-leader-modella, spacciato dalla stampa “mondana” e dalla pubblicità che ci trapana le orecchie più del Vangelo (sembra). Qualche chilo di troppo dopo la gravidanza, smagliature, cellulite, l’impossibilità di conciliare i tempi di lavoro e di famiglia, il vedere che il sottoscritto marito era più presente (in famiglia) di quanto non lo fosse lei stessa, tutta presa tra orari e turni di lavoro, il rendersi conto che, superati i 40, non si avevano più le energie per diventare leader, per divenire quella bella, affascinante, donna in carriera con tailleur e tacchi a spillo. Per lei “solo” ciabatte e camice bianco.

Il modello della madre-leader-modella è entrato in crisi, tappa per tappa. Depressione? Post partum?
Sta di fatto che, in quel modello, che viene spacciato come il nuovo Vangelo, in quel modello della madre -leader-modella tanto caro alla pubblicità (con quei mantra trapanatimpani del tipo “tu sai che cosa vuole al tuo bambino”) la figura del marito non c’è, non ha un proprio posto, è smaterializzata.

Entra in crisi il rapporto famigliare, entra in crisi la fiducia nel partner, intervengono suoceri, suocere. Fuoco alle fiamme. E via con le accuse. E se non bastano, via con le false e strumentali accuse di abusi. E poi la richiesta di separazione giudiziale. L’ultima tappa di mia moglie. Altro che il "carpoe diem"!

Oggi, sono trascorsi più di 2000 (duemila) giorni dalla richiesta di mia moglie di separazione giudiziale e le tappe da lei seguite per estromettere totalmente la figura paterna dalle cure di mio figlio non hanno sortito (per lei) gli effetti sperati. Almeno non tutti.
Sicuramente dalla tappa della richiesta di separazione giudiziale (avanzata dalla mia moglie cattolica, praticante) il sottoscritto ha passato ben altre tappe: un procedimenti civile, un procedimento penale (conclusi con richiesta di archiviazione dello stesso PM), un altro procedimento penale (conclusosi con l’archiviazione del GIP), un procedimento amministrativo, due procedimenti al tribunale dei Minori.
Un tritacarne, un lento tritacarne, scandito da CTU, CTP, SS, udienze, avvocati, sentenze, ricorsi. Una via crucis, per mio figlio, per me, una via crucis voluta (agli atti) da mia moglie. Un miracolo vedere mio figlio ancora sereno. Un miracolo poterlo raccontare.

Certo è che, se il tenore degli editoriali dell’Osservatore Romano è quello descritto, se la verità sulla crisi dei giovani e dei non più giovani è “solo” quella, se la crisi della famiglia cattolica è , tutto sommato, questione di “buona volontà”, se le raccomandazioni sono “acquetta”, beh, allora lasciatemi un commento: rispetto alla crisi della famiglia non raccontata sui giornali (quella dei processi, delle accuse e via dicendo), la crisi descritta dal Grimaldi è davvero una mentina. 
E' nulla rispetto alla guerra termonucleare che avvocati, giudici (e mogli, spese volte) scatenano!
E’ nulla, in confronto ai 30,000 bambini italiani che, ogni anno,  vengono privati dei loro papà e resi prigionieri dei tritacarni giudiziari
E’ nulla, in confronto ai circa 80.000 separazioni annue che, ogni anno, insanguinano (in senso figurato) le famiglie, molte delle quali cattoliche e praticanti.
E’ nulla in confronto alle false accuse di abusi sessuali in cui vengono strumentalizzati i minori.
Di questa guerra termonucleare l'Osservatore non parla, dei drammi dei figli allontanati dai genitori neanche.
Della via crucis che dura anni, non si parla.
L'importante sembra essere non bruciare la tappe "prima" e non separasi dopo con la stessa rilassatezza con cui si gusta una "mentina".
La separazione non è una mentina? No, ma non deve essere neanche una guerra termonucleare, in cui le regole vengono sopraffatte, i primi a farne le spese sono i nostri figli, a guadagnarci sono le congreghe di "esperti" che affollano i tribunali.
Eppure, se invece di anestetizzare l’animo dei giovani con le solite geniche paterne raccomandazioni (le tappe, l’omologazione) ci si spingesse un po’ più oltre…

Basterebbe poco. 
Basterebbe innanzitutto informare i giovani, sulla realtà delle separazioni e dei divorzi, magari con qualche vivace tavola rotonda che non riduca tutto ai classici problemi (i soliti stereotipi: "I separati possono ricevere la comunione?"). Se si conoscono a fondo i problemi forse si trovano anche le soluzioni.

Basterebbe informare che la calunnia del coniuge, volta ad alienare i figli, è fatto grave (magari è peccato grave, "mortale", come ricevere la comunione da separati o bruciare le tappe?)

Ma penso sia ancora lontano a venire il giorno in cui, dai pulpiti delle chiese, sentiremo raccomandare “Non calunniate il vostro marito, non calunniate la vostra moglie; non strumentalizzate i vostri figli, siate coerenti….”
Il rischio, per la Chiesa credente e operante, è che, ignorando i problemi, questi poi prendano il sopravvento, sotto lo sguardo distratto di chi dovrebbe arginarli e quello avido di chi vuole alimentarli, sotto silenzio. 



Editoriale



-->http://www.osservatoreromano.va/portal/dt?JSPTabContainer.setSelected=JSPTabContainer%2FDetail&last=false=&path=/news/editoriali/2012/172q12-L-attimo-sfuggente.html&title=%20%20%20L%E2%80%99attimo%20sfuggente%20%20%20&locale=it

martedì 7 agosto 2012

Si dà inizio a un nuovo blog (insieme a tanti altri, chissà perchè sullo stesso argomento...)

Blog dedicato a tutti i genitori separati, a cui è stato negato il diritto di crescere i propri figli.

Diritto negato:
per ragioni impescrutabili dettate dei "Servizi Sociali" (SS) della Repubblica Italiana
per consulenze tecniche d'ufficio (CTU) che nulla hanno di tecnico
per false accuse di abusi sui minori, suffragate da valutazioni psicologiche frettolose, forzate, superficiali
per l'ostinatezza dell'ex-coniuge nel negare verità di fatto e nell'alimentare il conflitto
per la malafede di avvocati senza scrupoli
per l'appiattimento giuridico su una discutile, generica, illegale, devastante prassi
Non è l'unico, non è il solo blog sull'argomento...